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Ti è mai capitato di arrivare a sera completamente esausta, con la sensazione di aver corso tutto il giorno, ma con il business che sembra essere sempre fermo allo stesso punto? Se la risposta è sì, non sei sola. Dopo aver lavorato con centinaia di professioniste e imprenditrici, ho identificato 11 abitudini subdole che si insinuano nella nostra routine quotidiana e ci tengono bloccate, anche quando ci sembra di fare tantissimo.
Non si tratta di lavorare di più o di essere più brave. Si tratta di riconoscere quegli autosabotaggi invisibili che ci fanno sentire produttive, ma che in realtà ci allontanano dalla crescita vera del nostro business imperfetto.
Autosabotaggio digitale: quando i social ci distraggono
La prima abitudine che blocca la crescita del tuo business online è l’uso inconsapevole dei social media. Ti siedi alla scrivania con l’intenzione di scrivere tre post, prendi il telefono “solo per un attimo” e mezz’ora dopo ti ritrovi a guardare i reel dei gattini di una persona che nemmeno conosci.
Questa dinamica è matematica: più consumi i contenuti degli altri, meno ne produci di tuoi. È come voler diventare chef passando tutto il giorno davanti alla TV a guardare MasterChef, invece di andare a fare la spesa e cucinare.
La soluzione? Metti il telefono in modalità aereo o almeno a tre metri di distanza per le prime due ore della giornata. Usa quel tempo regalato per creare, non per consumare.
La trappola della formazione continua
Un’altra abitudine che tiene fermo il business imperfetto è la sindrome della formazione senza applicazione. Conosco donne che acquistano corsi su corsi, sanno tutto di marketing e storytelling, hanno cartelle piene di PDF e quaderni di appunti bellissimi. Ma quando chiedi loro cosa hanno messo in pratica, c’è solo silenzio.
La formazione diventa così una forma elegante di procrastinazione. Ti senti produttiva perché ti stai formando, ma in realtà stai rimandando il momento in cui ti metterai davvero in gioco.
Il mito del “prima devo sistemare il sito”
Se avessi un euro per ogni volta che ho sentito la frase “non posso ancora vendere perché il sito non è pronto”, avrei già comprato una villa alle Maldive. Questa è una delle forme di autosabotaggio più comuni tra le imprenditrici digitali.
La verità è che anche le grandi aziende hanno iniziato con siti che facevano pietà. Airbnb aveva un sito che sembrava fatto da un bambino delle elementari, Amazon vendeva solo libri con una grafica che oggi farebbe ridere. Ma vendevano, perché c’erano.
Le tue prime clienti non ti sceglieranno per il design perfetto del sito, ma per come le aiuti a risolvere il loro problema. Puoi vendere anche con una semplice pagina Notion o un Google Doc.
Il perfezionismo che paralizza
Passi ore su Canva a cercare il template perfetto per i caroselli? Quello rosa è troppo femminile, quello blu troppo freddo, quello con le forme geometriche non è adatto al tuo brand… Intanto, quel post che potevi pubblicare 50 minuti prima con un semplice screenshot delle tue note, avrebbe già portato un contatto o una vendita.
La verità è che il 99% delle persone non noterà mai se usi un template o un altro. Però noteranno se sparisci per giorni perché sei troppo impegnata a perfezionare la grafica.
La paura di vendere che blocca tutto
“Non voglio sembrare aggressiva“, “Non voglio insistere“, “Se sono interessate mi contatteranno loro“. Se ti è mai attraversato la testa uno di questi pensieri, abbiamo un problema, perché se non vendi, non hai un business.
Vendere non è convincere qualcuno a comprare qualcosa che non gli serve. Vendere è aiutare la persona giusta a riconoscere che quello che le offri è esattamente quello di cui ha bisogno.
L’importanza della strategia di contenuti
Un’altra abitudine che tiene fermo il business è pubblicare contenuti a caso senza una strategia: un giorno parli di mindset, un giorno dei tuoi servizi, poi sparisci per una settimana. Così non si costruisce un business autentico, si crea confusione.
I tuoi follower devono sapere cosa aspettarsi da te, quando e perché dovrebbero seguire te invece di qualcun altro. Non ti serve il piano marketing della Coca-Cola, ti serve coerenza.
Come uscire dal loop della falsa produttività
Per trasformare davvero il tuo business imperfetto in un progetto che cresce, devi iniziare a portare consapevolezza su dove finisce il tuo tempo e la tua energia. Ogni sera, fatti questa semplice domanda: “Oggi ho davvero lavorato sul mio business, o ho solamente lavorato nel mio business?“
La differenza tra queste due modalità può cambiare tutto. Inizia a identificare le tue abitudini sabotanti e sostituiscile, una alla volta, con azioni che portano risultati concreti.
Ricorda: fatto è meglio che perfetto. Il tuo business non ha bisogno della perfezione, ha bisogno della tua azione consapevole e costante.
Se vuoi approfondire tutte le 11 abitudini che tengono fermo il tuo business e scoprire le soluzioni concrete per ognuna, ascolta l’episodio completo del podcast. Troverai strategie pratiche per uscire dal loop della falsa produttività e iniziare davvero a far crescere il tuo progetto imprenditoriale.
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