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Silvia Lanfranchi, the quiet coach

Silvia Lanfranchi, the quiet coach

Sono Silvia Lanfranchi, Attivatrice di ricchezza interiore e coach di business imperfetti per professioniste creative che vogliono sentirsi libere, sicure e ben pagate con un business autentico e sostenibile.

Non è che senza accorgertene stai sabotando il tuo business? Ecco le 7 abitudini subdole da tenere d’occhio

Business

Indice dei contenuti

  • Non avere un’organizzazione chiara
  • L’ossessione di guardare cosa fanno gli altri
  • Passare più tempo a fare strategia che ad agire
  • Sprecare tempo sui compiti sbagliati
  • Sottovalutarsi per non spaventare i potenziali clienti
  • Ho sempre fatto così
  • Marketing troppo puccioso
  • Cosa fare ora
  • Articoli correlati
  • Il mio lavoro è un altro: come promuoversi online senza snaturarsi
  • Fai con me il piano per il tuo business nel 2025 - workshop guidato
  • Le domande strategiche per vendere di più (e meglio)

Ti è mai capitato di pensare “Faccio tutto quello che dicono online, seguo i consigli, ma i risultati tardano ad arrivare”? Non sei sola! Questa è una delle domande che sento più spesso durante i miei percorsi di mentoring con professioniste e piccole imprenditrici.

La verità è che spesso non sono le grandi strategie a frenarci, ma le piccole abitudini quotidiane che ci sabotano senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Sono subdole perché partono da buone intenzioni, dal voler far bene, ma poi ci tengono intrappolate in una zona di comfort mascherata da produttività.

In questo articolo voglio raccontarti le sette abitudini più comuni che rallentano la crescita del tuo business. Le ho sperimentate tutte sulla mia pelle in questi anni, alcune anche più volte, e le vedo quotidianamente nelle donne che accompagno. Preparati perché oggi non sarò solo dolce e comprensiva: ci saranno anche un po’ di calcetti nel sedere, perché so che hai bisogno di sentirti dire alcune verità.

Non avere un’organizzazione chiara

La prima abitudine sabotante è quella di navigare a vista ogni giorno, senza una bussola che ti guida. Non sto parlando di diventare un robot o di pianificare ogni singolo minuto della giornata, ma di sapere ogni mattina, quando ti siedi alla scrivania, che cosa andrai a fare quel giorno e, auspicabilmente, anche durante la settimana.

Quando non hai un sistema di organizzazione, finisci per essere sempre reattiva anziché proattiva. Ti alzi la mattina e vai dove ti porta il vento: arriva una mail e rispondi, controlli i social, fai quella piccola modifica al sito “perché tanto ci vuole un attimo”. Sono arrivate le cinque del pomeriggio e non hai combinato nulla.

Il punto è questo: se non sei tu a guidare il tuo business, chi lo guida? Sono gli altri a guidarlo per te. Se non sei tu a decidere le tue priorità, finirai per fare solo quello che ti viene richiesto dagli altri, tutte cose che sembrano urgenti ma sono urgenti sulla scrivania di qualcun altro, non sulla tua.

Il tuo ruolo di professionista è proprio quello di essere al timone, di avere la visione e gli obiettivi, e di farli accadere. Gli obiettivi non si raggiungono perché ti sono piovuti in testa, ma perché ti sei rimboccata le maniche e hai fatto ogni giorno una piccola azione in quella direzione.

Non è importante il sistema che scegli: l’importante è avere un sistema che ti aiuti a distinguere tra quello che è davvero importante per la crescita del tuo business e quello che è rumore di fondo trascurabile.

L’ossessione di guardare cosa fanno gli altri

In casa mia si diceva di non guardare nel piatto degli altri, ed è quello che ti invito a fare anche nel tuo business: guarda nel tuo piatto e smettila di guardare in quello altrui.

Ovviamente non ti sto dicendo di chiuderti in un eremo: ispirarsi è bellissimo, fare ricerca di mercato è fondamentale, vedere cosa sta funzionando nel tuo settore è smart. Ma cerca di non arrivare mai al livello in cui questa cosa diventa tossica.

Quando tende a diventare tossica? Quando hai già dei momenti di dubbio e di incertezza. Quando tutto va bene nel tuo business, probabilmente hai talmente tanto da fare che stai lì, testa bassa a lavorare. Quando però ci sono giornate in cui vedi tutto nero, se inizi a paragonarti troppo con gli altri, ti assicuro che le cose non miglioreranno.

Si scatena la spirale negativa: inizi a guardare cosa fanno gli altri, a confrontarti, a pensare “se lo fa lei, lo devo fare anch’io”. Ti convinci che là fuori, da qualche parte ben nascosta alla tua vista, c’è la strategia magica che risolverà tutti i tuoi problemi.

La verità però è che magari c’è questa strategia magica che ha funzionato per una tua competitor, ma non è detto che funzioni per te. Ogni persona è unica, ogni business è unico, ogni percorso è diverso e ogni pubblico ha le sue specificità.

Quando passi troppo tempo a guardare gli altri, smetti di sviluppare la tua ricetta personale di successo, soprattutto non ti permetti nemmeno di cercarla o trovarla. E dai tanto cibo alla vocina interiore che ti dice che non sei abbastanza, che dovresti essere come gli altri.

Passare più tempo a fare strategia che ad agire

Questa è quella che chiamo “procrasti-pianificazione“: stare lì a farsi dei grandi piani ma non metterli mai in pratica. E qui alzo la manina perché anch’io ci cado, soprattutto da quando è arrivata l’intelligenza artificiale.

Ho diverse chat sia su ChatGPT che su Claude con strategie bellissime che stanno lì nelle chat: un po’ perché magari a volte non è il momento, non ho le energie, sono idee di prodotto che si sovrappongono a cose che ho già, ma altre volte mi manca solo il coraggio di agire.

Probabilmente anche a te è capitato di passare ore a cercare il piano perfetto, creare il calendario editoriale super dettagliato, metterti lì a pianificare la strategia di lancio con tutti i crismi, salvo poi lasciare tutto sulla carta, oppure iniziare a seguire quel piano per due giorni per poi essere di nuovo risucchiata dalla quotidianità.

Il problema è che creare strategie e pianificare è molto più facile, più comodo e meno faticoso che metterle in pratica. Quando pianifichi hai la sensazione di essere produttiva, ma in realtà non stai lavorando nel tuo business: stai procrastinando in un modo molto sofisticato.

Finché il tuo piano editoriale rimane sul tuo Notion, lo guardi solo tu, ma nel momento in cui lo pubblichi potrebbe arrivare quel commento acido. È più semplice progettare che rischiare di fallire, più rassicurante stare nella teoria che confrontarsi con la realtà del mercato.

Quello che ho capito in tutti questi anni è che la chiarezza arriva sempre quando inizi ad agire, anche facendo un piccolo passo imperfetto: l’azione crea la chiarezza, non il contrario. Non aspettare di avere tutto perfettamente chiaro per iniziare: inizia con quello che hai, con quello che sai oggi, e poi aggiusterai il tiro.

Sprecare tempo sui compiti sbagliati

Questa è una delle abitudini più comuni che vedo nelle professioniste che accompagno, e in cui cado anch’io. Mi è capitato di vedere clienti che passano tre giorni lavorativi a perfezionare la bio di Instagram anziché iniziare a pubblicare, oppure professioniste che stanno settimane a scegliere i font per il sito quando non hanno ancora un’offerta chiara.

Sono dettagli comunque importanti, per carità. Ma prima sistemi le fondamenta e poi aggiungi i fiocchetti.

Il punto è che spesso ci rifugiamo in queste attività perché ci danno l’illusione di essere produttive senza esporci al rischio del rifiuto o del giudizio. È molto più facile passare ore sulla bio che mandare un messaggio privato a una persona interessata e dirle di acquistare. È molto più semplice perfezionare il logo che fare una call conoscitiva o mandare una newsletter di vendita.

Chiediti: pensi davvero che una parola nella tua bio di Instagram farà la differenza se avrai clienti o no? Non è che forse stai evitando le attività che davvero smuovono le cose ma che ti fanno più paura?

Nei miei percorsi di mentoring lavoriamo molto su questo: aiuto a identificare quali sono le attività ad alto impatto, quelle che davvero smuovono il fatturato e la crescita, e ad avere il coraggio di concentrarsi su queste anche quando sono quelle meno comode.

Sottovalutarsi per non spaventare i potenziali clienti

Questo è un punto che mi sta molto a cuore perché tocca direttamente il rapporto con il denaro e con il valore che ci riconosciamo. Se avessi 1€ per tutte le volte che ho sentito dire: “non voglio chiedere troppo perché poi la gente scappa”, oppure “magari è meglio partire con prezzi bassi così non spavento i clienti”, sarei ricca.

Questo è uno dei sabotaggi più potenti che esistano e parte da una paura molto profonda: quella di non valere abbastanza.

La verità però è che quando ti sottovaluti non stai facendo un favore né a te né ai tuoi clienti: stai comunicando loro che sei una principiante, anche quando hai anni di esperienza alle spalle. Stai mandando il messaggio che quello che offri non ha un grande valore.

E c’è anche un altro aspetto molto importante: quando ti sottovaluti economicamente e chiedi poco, spesso ti ritrovi ad attirare clienti che non apprezzano davvero il tuo lavoro. Attiriamo persone che sono un nostro riflesso, e se noi ci svalutiamo, attireremo persone che non valutano il nostro lavoro: clienti che pretendono tutto e subito, che non rispettano i nostri tempi, che mettono in discussione ogni decisione.

Nei miei percorsi lavoriamo tantissimo sul mindset nei confronti del denaro, perché so quanto sia fondamentale allineare il prezzo al valore reale della trasformazione che offri. Non ti sto dicendo di raddoppiare i prezzi dall’oggi al domani senza alcun criterio, ma di avere il coraggio di riconoscere il valore della trasformazione che offri al tuo potenziale cliente e di comunicarglielo.

Ho sempre fatto così

Questa abitudine tocca un nervo scoperto di noi professioniste: l’attaccamento alle strategie che una volta funzionavano. È molto umano tendere a ripetere cose che hanno già funzionato.

Ma il mondo cambia, il mercato cambia, le persone cambiano e anche la concorrenza cambia: quello che funzionava ieri non è matematico che funzioni anche oggi, ed è una delle regole più dure del business.

Prima cosa: non è colpa tua se una strategia che prima funzionava smette di portare risultati. Il problema arriva quando invece di accettare questo cambiamento, continui a intestardirti pensando che sei tu il problema: “Non sto facendo abbastanza, devo provarci di più, forse non sono capace”.

In realtà la risposta è molto semplice: magari devi cambiare strategia. Inizia a sperimentare senza attaccamento, fai dei test, adotta la mentalità della scienziata.

Marketing troppo puccioso

L’ultima abitudine probabilmente ti piacerà ancora meno sentirla, però è fondamentale da affrontare: probabilmente hai un marketing troppo puccioso, troppo coccoloso, troppo “va tutto bene così”, troppo “non preoccuparti ce la farai” un po’ da guru del benessere.

Non fraintendermi: l’empatia e la comprensione sono importantissime, e anch’io tengo tantissimo a creare uno spazio sicuro per le donne che accompagno, non mi piace trattarle male come va tanto di moda in altri ambiti. Non siamo a MasterChef.

Se i tuoi contenuti servono solo a far star meglio le persone ma non le motivano a cambiare davvero la loro situazione, non gli stai facendo un favore: gli stai facendo un disservizio.

Le tue clienti sono donne adulte, intelligenti e capaci di discernimento, quindi possono anche sentirsi dire delle verità un po’ scomode, basta che siano dette con rispetto e con amore. Possono gestire quel piccolo discomfort che le fa pensare: “Accidenti, però sto sbagliando tutto” e le spinge finalmente ad agire.

Pensa: se una tua cliente continua a seguirti su Instagram, ascoltare il tuo podcast, leggere le newsletter, magari anche a lavorare con te, ma la sua vita non cambia mai e non fa mai un passo avanti, che valore le stai portando? Forse non è meglio ogni tanto scrollarla un pochino in modo che davvero inizi a cambiare qualcosa?

Cosa fare ora

Quante di queste abitudini hai riconosciuto in te? Se le hai tutte, è normale, è umano ed è parte del percorso.

L’importante non sta nel non fare mai questi errori, ma nel riconoscerli quando accadono, attivare la consapevolezza e avere il coraggio di cambiare rotta. Un business che funziona è un business che ha il coraggio di guardarsi allo specchio, riconoscere i propri pattern sabotanti e fare diversamente.

Scegli una sola abitudine, magari quella che senti che ti sta sabotando di più, e parti da quella. Ricordati che fatto è meglio che perfetto.

Se vuoi approfondire questi temi e lavorare concretamente sulle tue abitudini sabotanti, ti aspetto in un percorso con me. Potrebbe essere un percorso di mentoring one to one oppure in Coraggiosa, il mio programma di gruppo per professioniste che vogliono costruire business autentici e redditizi.

Ascolta l’episodio completo del podcast “Mettiti comoda che parliamo di soldi” per entrare ancora più a fondo in ognuna di queste abitudini e scoprire come superarle definitivamente.

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Foglio bianco, penna in mano, e nella testa solo: “E ora cosa scrivo?”

Il journaling non è solo scrivere a ruota libera. Ci sono tantissimi modi diversi per svuotare la mente, e te ne condivido ben 5 nell’ultimo episodio del podcast.

Il mio preferito? Le liste che fanno brillare l’anima.

Non parlo delle solite liste di cose da fare, ma di liste come ad esempio:
✨ I tuoi viaggi dei sogni
✨ Le cose che ti fanno sentire potente
✨ Quello che ami di te in questo momento

Non servono frasi perfette o spiegazioni. Bastano anche solo due o tre parole per ogni punto. È immediato, è liberatorio, e ti sorprenderai di quello che verrà fuori.

Nel podcast ti racconto anche delle altre 4 tecniche super creative.

Perché ricorda: prenderti cinque minuti per ascoltarti davvero è già un atto di amore verso te stessa. Il self care non sono solo creme e massaggi, ma anche questo.

Trovi tutto nell’episodio 206 del mio podcast “Mettiti comoda che parliamo di soldi”: lo trovi su tutte le piattaforme
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