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Silvia Lanfranchi, the quiet coach

Silvia Lanfranchi, the quiet coach

Sono Silvia Lanfranchi, Attivatrice di ricchezza interiore e coach di business imperfetti per professioniste creative che vogliono sentirsi libere, sicure e ben pagate con un business autentico e sostenibile.

Cosa ti serve per avviare il tuo podcast

Gestisci il tuo business

cosa-serve-avviare-podcast-silvia-lanfranchi

Indice dei contenuti

  • Da dove si parte per creare un podcast?
  • Che tecnologia è necessaria per avviare un podcast?
  • Come funziona la preparazione di un episodio del podcast?
  • Dove si mette il file audio di un podcast?
  • Come mi organizzo con la realizzazione degli episodi
  • Dove mi metto a registrare gli episodi? 
  • Si può creare un podcast a pagamento? 
  • Ci sono dei corsi per imparare a fare un podcast?
  • A chi consiglio di avviare un podcast 

Ho deciso di registrare questo episodio perché mi arrivano spesso domande sul podcast, proprio su come si fa a realizzarne uno, se è difficile, cosa serve… Magari è un progetto che hai per il 2021 e hai deciso di dedicartici durante le vacanze di Natale, quindi mi è sembrato il momento perfetto per rilasciare questo meta episodio in cui, nel mio podcast, parlo di podcast.

Sarà un episodio stile domanda-risposta, in cui risponderò a tutte le domande che mi sono arrivate su un box domande che ho messo sulle mie stories tempo fa + quelle che mi vengono fatte da clienti, follower o iscritte alla Mettiti comoda academy.

Da dove si parte per creare un podcast?

Indovina un po’? Dal tuo cliente ideale, che prima di diventare cliente sarà ascoltatore ideale. A chi vuoi parlare nel tuo podcast? Cosa vuoi trasmettergli? Cosa vuoi insegnargli?

Il podcast mi ha aiutato a raggiungere nuove clienti e nuove collaborazioni, anche perché ho avuto fin da subito molto chiaro a chi stavo parlando: alla mia cliente ideale, cioè una piccola imprenditrice/libera professionista dai 35 in su che ha un sacco di dubbi su come muoversi online per far crescere il proprio business. So che ha bisogno di lavorare sul suo rapporto col denaro perché le sembra di non guadagnarne abbastanza, so che ha bisogno di organizzarsi meglio perché le sembra che il tempo le sfugga dalle mani, e so che se vuole arrivare lontano deve lavorare tanto anche su se stessa perché una buona imprenditrice deve essere una persona il più centrata possibile.

Una volta deciso a chi vuoi parlare, è arrivato il momento di decidere di cosa parlargli. Se non sei sicura di avere idee, prova a buttare giù i titoli e una breve bozza per 10 episodi: se hai 10 idee, sarai coperta per 10 settimane (o 20 e come me scegli una cadenza quindicinale), e una volta fatti quelli vedrai che le idee non mancheranno!

Decidi subito anche il formato del tuo podcast: sarà un podcast solitario, o sarà uno show di interviste? Nel secondo caso, butta giù una lista di una decina di ospiti. 

Decidi subito anche la cadenza, che deve essere il + regolare possibile e assecondare le tue energie: è inutile fissarti con un episodio a settimana se già ora ti senti stra-piena di cose da fare. Meglio partire con una cadenza più tranquilla, e se poi vedi che ci metti meno di quel che pensavi puoi cambiarla andando avanti! Se ti rendi conto di avere più tempo, ma è solo un periodo più “scarico” del solito, puoi registrare più episodi e mandarti un po’ avanti; se invece sai di avere sempre più tempo di quanto pensavi, allora puoi cambiare programmazione ravvicinandola. Meglio essere realistiche che ottimiste.

Sulla durata degli episodi, anche qui non c’è una risposta fissa, e io per prima faccio fatica a decidere in anticipo per quanto devo parlare. Pensa a te come ascoltatrice: cosa ami fare? Preferisci episodi corti da ascoltare in una sola sessione? Oppure come me non guardi la durata ma solo l’argomento, e se non riesci ad ascoltare tutto l’episodio in una sola sessione, lo riprendi in un secondo momento senza problemi?

Per quanto riguarda il nome del tuo canale, non ti ci fissare e non fare che questa diventi la scusa per procrastinare: il nome è importante, ma è molto più importante il contenuto degli episodi. Definisci un tot di tempo da dedicare al brainstorming per il nome, e a un certo punto scegli. E come per la cadenza, anche il nome del tuo podcast non è scritto nella pietra: conosco un sacco di show che hanno cambiato il nome in corsa, puoi anche partire con il tuo nome e cognome, o il nome del tuo brand!

Decise queste cose, e solo a questo punto, puoi pensare alla tecnologia.

Che tecnologia è necessaria per avviare un podcast?

Per partire serve davvero poco materiale: io ho iniziato con un computer, un microfono buono che avevo già, e un software per registrare.

Se hai già un microfono buono ovviamente usa quello, altrimenti inizia con le cuffie dello smartphone e fai l’upgrade dopo qualche episodio. Io uso questo microfono* da anni e mi ci trovo benissimo.

Per registrare, e anche per editare gli episodi, io uso Audacity, un software gratuito abbastanza intuitivo e soprattutto molto usato, ragion per cui su Youtube ci sono tantissimi tutorial per imparare a usarlo. Per un podcast come il mio ti basterà conoscere pochi comandi: mi sono resa conto che su Audacity faccio sempre le solite 4 cose!

L’investimento iniziale quindi è solo in tempo, non ti consiglio di spenderci in denaro. Parti, inizia a registrare e a pubblicare 4-5 episodi, vedi se ti piace, e solo allora inizia a spendere, partendo dal microfono (si parte dai 70-80€ e si può arrivare a prezzi stratosferici).

Come funziona la preparazione di un episodio del podcast?

Scrivo una traccia molto dettagliata per due motivi:

  1. Sono sicura di non perdere il filo mentre registro
  2. Posso usare il testo per il blog o per i social

Registro la mia voce usando Audacity, e salvo la registrazione sul mio computer in formato .mp3.

A questo punto passo all’editing. Edito gli episodi direttamente su Audacity, eliminando soltanto le pause più lunghe, i colpi di tosse o gli errori madornali: mi piace che sembri una chiacchierata fra amiche, in cui ci si mette comode sul divano, più che una cosa perfetta e di qualità radiofonica.

Una volta che l’audio dell’episodio è pulito dagli errori e dalle imperfezioni più macroscopiche, aggiungo altri 2-3 file: l’intro, l’outro e l’eventuale spot, e poi esporto il file audio che caricherò su spreaker. Niente di fantasmagorico: è un semplicissimo mp3

L’intro e l’outro (le due sigle di apertura e di chiusura) li ho realizzati io con una musica acquistata online, registrando la mia voce e montandola sulla musica.

Dove si mette il file audio di un podcast?

Potrei caricare il file .mp3 dell’episodio sul mio sito, ma in questo modo sarebbe ascoltabile solo lì, mentre io voglio che sia diffuso urbi et orbi.

Il mio podcast è ospitato su Spreaker, una piattaforma italiana dedicata al podcasting. Sono partita con un piano gratuito, e ora pago 7€/mese.

Carico il mio .mp3 su Spreaker, scrivo il titolo, la descrizione, programmo la pubblicazione e poi copio il codice sul post del mio blog che uscirà insieme all’episodio: questo post sono le note dell’episodio.

Per far sì che il mio podcast sia diffuso ovunque, ho collegato le varie piattaforme di podcasting al mio Spreaker: in questo modo si occupa lui di mandare i miei episodi su iTunes, Spotify, Spreaker, Stitcher, Google Podcast e anche altre piattaforme. Più diffondiamo il nostro podcast, meglio è!

Come mi organizzo con la realizzazione degli episodi

Per rendermi la vita più semplice, normalmente faccio batching: un martedì scrivo il testo di 3-4 episodi, un altro martedì registro gli episodi, e poi passo a finalizzare, episodio per episodio, dall’editing alla pubblicazione.

Ho creato un template con tutti i passi che devo fare per ogni episodio, dall’outline alla promozione in modo da non dimenticare nulla, e poterlo fare con più leggerezza mentale: non devo ricordarmi i passaggi, non devo decidere nulla volta per volta, seguo la mia checklist e ciao.

[Se vuoi scaricare la checklist che ho creato per me puoi! La trovi qui ]

Anche per quel che riguarda l’immagine che accompagna le note dell’episodio sul blog, ho creato un template di base su Canva, nel quale cambio solo immagine e titolo dell’episodio.

Ogni volta che pubblico le note di un episodio sul blog, aggiungo il tag “podcast“, così si aggiungono in automatico alla pagina dedicata al podcast. 

Dove mi metto a registrare gli episodi? 

Li registro dalla mia camera da letto, mettendo cuscini e copertine intorno al microfono e al pc, in modo da attutire il più possibile il suono rendendolo più “morbido”.

Si può creare un podcast a pagamento? 

Certo che sì, e lo si puà fare in diversi modi:

  1. 1. Si può creare uno show privato, e Spreaker lo consente a partire dal piano da 20€/mese,
  2. Si può creare un’area protetta da password nel proprio sito
  3. Si può creare un “corso” sulla propria piattaforma dei corsi, tipo Podia*, e aggiungere periodicamente gli .mp3 degli episodi.

Ci sono dei corsi per imparare a fare un podcast?

Io ho seguito due corsi: uno è quello di Giulio Gaudiano su Udemy, e l’altro quello di Jenna Kutcher “The podcast lab”. Mi sono stati utili entrambi, anche se il secondo, avendolo fatto a podcast praticamente avviato, mi è stato quasi del tutto superfluo.

Un altro contenuto che mi è stato fondamentale è stato il podcast “Passione podcast” di Andrea Ciraolo in cui lui racconta passo a passo, mentre sta creando il proprio podcast, tutto quello che sta facendo.

Sto lavorando a un mio corso, sullo stile di B.O.S.S.: voglio insegnarti a mettere online il tuo podcast in una settimana, per non procrastinare in attesa della perfezione. Indovina un po’? Anche per il podcast fatto è meglio che perfetto! Il corso arriverà nel 2021 e se scarichi la checklist sei iscritta d’ufficio alla lista che sarà informata per prima dell’uscita del corso.

A chi consiglio di avviare un podcast 

Consiglio di avviare un podcast…

A chi ha voglia di impegnarsi, perché non è mai piacevole affezionarsi a un podcaster che parte a bomba, e poi vedere il podcast abbandonato. È per questo che dicevo di pensare a 10 episodi ancora prima di iniziare a registrare, perché così sei sicura di avere abbastanza cose da dire sul tuo argomento.

A chi ha voglia di connettersi ancora di più, e in modo ancora più intimo, con la propria audience: il fatto di entrare nelle orecchie delle persone crea una connessione forte. Io mi rendo conto che mi sembra di essere amica con le podcaster che ascolto, quindi immagino sia così anche per chi mi ascolta.

A chi può raccontare quello che fa o quello in cui crede solo con le parole, e non ha bisogno di video-tutorial.

Preferisci ascoltare? Allora clicca qui!

10/12/2020 · Leave a Comment

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3. Il microfono per registrare il mio podcast: non è fancy ma fa il suo dovere
4. Odio il mouse, ma amo il mio trackpad, anche per le sue funzioni segrete e magiche.
5. Il Macbook che a inizio anno a sostituito il precedente dopo 4 anni di onoratissimo servizio, e che mi fa di nuovo lavorare speditissima 
6. La tastiera Bluetooth (non originale) con un rapporto qualità prezzo spaziale
7. L’iPhone 13: ero scettica, lo ammetto. Ma nessun telefono mi è durato 5 anni senza fare mezza piega
8. Gli auricolari bluetooth di quest’anno: li uso talmente tanto che ne cambio un paio all’anno!
9. Li desideravo da un sacco e ora li ho anch’io!
10. Sulla scrivania ci vuole una buona lampada: questa è dimmerabile e si può scegliere anche il calore della luce
11. e 12. Il portatile è attaccato a un monitor esterno da 24” con il retro bianco (il retro dei monitor nero mi fa orrore) appoggiato su uno stand di acrilico trasparente.

Ho raccolto tutti i link ai miei prodotti preferiti in un collage sulla mia vetrina Amazon. Se commenti PREFERITI ti mando subito il link così puoi salvarli nella lista desideri o acquistarli subito!
Ti è mai capitato di aprire il quaderno per fare Ti è mai capitato di aprire il quaderno per fare journaling e... blocco totale?

Foglio bianco, penna in mano, e nella testa solo: “E ora cosa scrivo?”

Il journaling non è solo scrivere a ruota libera. Ci sono tantissimi modi diversi per svuotare la mente, e te ne condivido ben 5 nell’ultimo episodio del podcast.

Il mio preferito? Le liste che fanno brillare l’anima.

Non parlo delle solite liste di cose da fare, ma di liste come ad esempio:
✨ I tuoi viaggi dei sogni
✨ Le cose che ti fanno sentire potente
✨ Quello che ami di te in questo momento

Non servono frasi perfette o spiegazioni. Bastano anche solo due o tre parole per ogni punto. È immediato, è liberatorio, e ti sorprenderai di quello che verrà fuori.

Nel podcast ti racconto anche delle altre 4 tecniche super creative.

Perché ricorda: prenderti cinque minuti per ascoltarti davvero è già un atto di amore verso te stessa. Il self care non sono solo creme e massaggi, ma anche questo.

Trovi tutto nell’episodio 206 del mio podcast “Mettiti comoda che parliamo di soldi”: lo trovi su tutte le piattaforme
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