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Silvia Lanfranchi, the quiet coach

Silvia Lanfranchi, the quiet coach

Sono Silvia Lanfranchi, Attivatrice di ricchezza interiore e coach di business imperfetti per professioniste creative che vogliono sentirsi libere, sicure e ben pagate con un business autentico e sostenibile.

Chiudere un progetto non è un fallimento: è fare spazio

Business

Indice dei contenuti

  • Il momento in cui ho capito che era ora di lasciar andare
  • La domanda più difficile: è un fallimento?
  • Cosa mi porto nel cuore da questa esperienza
  • Nasce Coraggiosa: un nuovo capitolo tutto da scrivere
  • E tu? Cosa stai portando avanti solo per abitudine?
  • Preferisci ascoltare?
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Oggi voglio raccontarti qualcosa di personale, una di quelle decisioni profonde che ti fanno tremare le gambe ma che, nel profondo, sai essere necessarie per il tuo benessere e la tua evoluzione professionale.

Ho chiuso la Mettiti Comoda Academy.

Sì, proprio lei, quel progetto che per cinque anni e mezzo ha rappresentato l’essenza della mia attività professionale e che è stato un prezioso contenitore di corsi, connessioni e crescita continua, una creatura nata con tanto amore e alimentata con costante passione attraverso ogni sua fase di sviluppo.

E ti confesso con sincerità che non è stato affatto semplice prendere la decisione di scrivere la parola “fine” a questo capitolo così significativo della mia vita professionale.

Il momento in cui ho capito che era ora di lasciar andare

Ricordo perfettamente una sera di qualche mese fa, davanti al computer con l’intenzione di preparare il nuovo corso mensile per l’Academy, ma continuavo a procrastinare e a rimandare questo compito che un tempo mi entusiasmava, percependo dentro di me una sensazione di vuoto che non riuscivo a colmare con la solita passione creativa che aveva sempre caratterizzato il mio approccio al lavoro.

E se c’è una lezione fondamentale che il mio percorso mi ha insegnato nel corso degli anni è proprio questa: quando non riesci più a raccontare con gli occhi luminosi e con genuino entusiasmo un progetto che hai creato e nutrito, significa che qualcosa di profondo si è trasformato dentro di te, e forse è arrivato il momento di ascoltare questa trasformazione anziché resistervi.

I segnali di questo cambiamento erano presenti da tempo e si manifestavano in vari aspetti della mia attività:

  • le iscrizioni mostravano un trend decrescente che non potevo ignorare,
  • il fatturato naturalmente seguiva la stessa tendenza al ribasso,
  • eppure l’energia richiesta per mantenere vivo il progetto continuava a rimanere costantemente elevata,

e soprattutto, non percepivo più quella nitida chiarezza interiore quando parlavo dell’Academy o tentavo di spiegarne il valore e l’unicità a potenziali nuove iscritte.

La domanda più difficile: è un fallimento?

Me lo sono chiesta tantissime volte durante le mie sessioni di journaling mentre la mente vagava tra dubbi e preoccupazioni che si facevano sempre più insistenti: “Sto davvero fallendo nel mio intento? Sto deludendo tutte quelle donne che hanno creduto in questo progetto e hanno investito tempo, energie e risorse per farne parte? Che figura ci faccio?“, domande che pesavano come macigni e che mi hanno accompagnata durante tutto il processo di riflessione e discernimento che ha preceduto la mia decisione finale.

Con il passare del tempo e l’approfondirsi della mia riflessione, ho compreso una verità fondamentale che ha illuminato la mia prospettiva: i progetti, proprio come le persone e le relazioni, attraversano cicli naturali di vita, nascono in risposta a un’esigenza o a un’ispirazione, crescono e si sviluppano alimentati dalla passione e dall’impegno, fioriscono durante la loro stagione più fertile e a volte, inevitabilmente, giungono a compimento quando hanno esaurito il loro potenziale o quando hanno adempiuto allo scopo per cui sono stati creati.

Non si tratta quindi di un fallimento, ma piuttosto del naturale completamento di un ciclo che ha portato frutti abbondanti e preziosi durante la sua stagione più rigogliosa.

Cosa mi porto nel cuore da questa esperienza

Quando mi volto indietro a guardare il cammino percorso con la Mettiti Comoda Academy, non posso fare a meno di riconoscere l’immenso tesoro di esperienze, apprendimenti e connessioni che questo progetto ha generato durante i suoi anni di vita attiva, un patrimonio prezioso che continuerà ad arricchire il mio percorso professionale e personale anche ora che ho scelto di intraprendere una nuova direzione.

Tra le ricchezze più significative che porto con me c’è sicuramente la capacità di creare contenuti formativi con maggiore fluidità, profondità e consapevolezza rispetto a quando ho iniziato, una competenza che si è affinata attraverso la creazione continua di corsi mensili e l’interazione costante con una comunità di donne desiderose di crescere, ma anche i messaggi di gratitudine e le testimonianze commoventi delle partecipanti che hanno realizzato progressi significativi nel loro percorso grazie ai contenuti e alle riflessioni condivise all’interno dell’Academy, e certamente la profonda consapevolezza che l’evoluzione professionale è un processo naturale e necessario, anche quando comporta scelte difficili e momenti di incertezza, insieme alla convinzione, ormai radicata, che un’attività imprenditoriale sana debba essere fonte di nutrimento energetico e creativo, non di esaurimento e prosciugamento delle nostre risorse vitali.

E sai qual è la cosa più sorprendente che ho scoperto in questo processo di transizione? Proprio mentre mi preparavo a chiudere quella porta con gratitudine per ciò che era stato, un’altra possibilità si è manifestata davanti a me, quasi come se lo spazio creato dal lasciare andare fosse diventato immediatamente terreno fertile per qualcosa di nuovo.

Nasce Coraggiosa: un nuovo capitolo tutto da scrivere

In questi giorni sto canalizzando tutte le mie energie creative e la mia rinnovata chiarezza interiore verso un progetto completamente nuovo che ho chiamato “Coraggiosa”, un percorso che rispecchia in modo più autentico e profondo la persona che sono diventata attraverso questi anni di evoluzione personale e professionale, non quella che ero quando ho iniziato il mio viaggio imprenditoriale ormai 10 anni fa.

Questa volta l’approccio che ho scelto è radicalmente diverso: parto con meno aspettative pressanti e con maggiore apertura ad ascoltare ciò che realmente funziona sia per me che per le donne meravigliose che sceglieranno di lavorare insieme a me in questa nuova avventura, permettendo al progetto di crescere organicamente seguendo il ritmo naturale dell’ispirazione e della connessione autentica.

La sensazione che provo in questo momento di transizione è paragonabile a quella che si sperimenta quando, dopo un lungo e rigido inverno passato con le finestre chiuse, finalmente le spalanchi per far entrare aria fresca e rinnovata che porta con sé profumi di primavera e possibilità inesplorate; mi sento di nuovo connessa con la mia essenza autentica, libera dalle strutture che non mi appartenevano più e pronta ad abbracciare questa nuova fase con curiosità e fiducia nel processo.

E tu? Cosa stai portando avanti solo per abitudine?

Vorrei concludere questa riflessione condivisa lasciandoti con una domanda che in questi mesi di transizione è stata incredibilmente preziosa e rivelatrice per il mio percorso personale, una domanda che ti invito a esplorare con gentilezza ma anche con onestà profonda verso te stessa:

Quale parte della tua attività professionale stai continuando a portare avanti principalmente per abitudine consolidata, per affetto nostalgico o per timore di quel vuoto temporaneo che potrebbe crearsi lasciando andare, anche se in realtà percepisci che questa stessa attività sta gradualmente prosciugando le tue energie creative e la tua gioia nel lavoro quotidiano?

Se questa domanda risuona in qualche angolo della tua esperienza attuale, ti suggerisco di prenderti qualche momento di tranquillità, magari con il tuo journal preferito davanti a te e una tazza di tè caldo accanto, per permettere alla risposta di emergere naturalmente dalla tua saggezza interiore, senza forzature e con compassione verso te stessa.

Perché forse la verità più profonda che ho scoperto attraverso questa esperienza è che il gesto più coraggioso non è sempre quello di resistere strenuamente e perseverare a tutti i costi in ciò che abbiamo iniziato; a volte, il vero coraggio si manifesta proprio nella capacità di lasciar andare con gratitudine ciò che è stato per fare spazio al nuovo che desidera manifestarsi attraverso di noi, in un processo naturale di evoluzione che rispecchia i cicli della natura stessa.

Sarei davvero felice di leggere le tue riflessioni su questo tema nei commenti, se ti va di condividere qualche pensiero o esperienza personale che questa storia ha fatto emergere in te.

Preferisci ascoltare?

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Foglio bianco, penna in mano, e nella testa solo: “E ora cosa scrivo?”

Il journaling non è solo scrivere a ruota libera. Ci sono tantissimi modi diversi per svuotare la mente, e te ne condivido ben 5 nell’ultimo episodio del podcast.

Il mio preferito? Le liste che fanno brillare l’anima.

Non parlo delle solite liste di cose da fare, ma di liste come ad esempio:
✨ I tuoi viaggi dei sogni
✨ Le cose che ti fanno sentire potente
✨ Quello che ami di te in questo momento

Non servono frasi perfette o spiegazioni. Bastano anche solo due o tre parole per ogni punto. È immediato, è liberatorio, e ti sorprenderai di quello che verrà fuori.

Nel podcast ti racconto anche delle altre 4 tecniche super creative.

Perché ricorda: prenderti cinque minuti per ascoltarti davvero è già un atto di amore verso te stessa. Il self care non sono solo creme e massaggi, ma anche questo.

Trovi tutto nell’episodio 206 del mio podcast “Mettiti comoda che parliamo di soldi”: lo trovi su tutte le piattaforme
Seguimi su Instagram @socialmediabiondina
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