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Ti è mai capitato di sentirti a disagio quando qualcuno inizia a parlare di soldi, di cambiare discorso o di sentirti in imbarazzo come se fosse un argomento che “non si può toccare”?
Tranquilla, non sei l’unica. Anche a me succedeva, e per molto tempo ho pensato che fosse normale, fino a quando ho capito che questo disagio nascondeva qualcosa di molto più profondo: un rapporto malato con il denaro che stava condizionando la mia autostima e la mia serenità.
Oggi voglio raccontarti un pezzo della mia storia personale con il denaro, e soprattutto di come sono riuscita a trasformare questo rapporto da fonte di ansia a strumento di empowerment.
Perché parliamo così poco di soldi (soprattutto noi donne)
La verità è che siamo cresciute con l’idea che parlare di soldi sia volgare, che “i soldi non stanno bene in bocca a una signorina”, che “i soldi non fanno la felicità”, e il risultato è che non ne parliamo affatto, come se fosse un argomento tabù.
Quando abbiamo difficoltà economiche, ci sentiamo sole, le uniche “sfigate” mentre a tutti gli altri va tutto bene; ci vergogniamo se guadagniamo poco – o quello che noi pensiamo essere poco, e paradossalmente ci vergogniamo anche se guadagniamo bene, grazie alla nostra educazione che vede il successo economico come fonte di invidia e fastidio.
Questo silenzio intorno al denaro crea un circolo vizioso: meno ne parliamo, più diventa un mostro nella nostra testa, e più diventa un mostro, più ci fa paura affrontarlo.
La mia storia: quando l’autostima dipendeva dal conto corrente
Qualche anno fa, appena separata, guardare il mio estratto conto mi procurava un’ansia incredibile: lo facevo mettendomi una mano sugli occhi, come se non vedere potesse proteggermi dalla brutta notizia che mi aspettavo di trovare.
Se sul conto c’erano pochi soldi, mi sentivo un fallimento totale; se invece c’erano i soldi che speravo ci fossero, magari anche di più, iniziavo a spenderli senza pensarci troppo, sentendomi improvvisamente ricca e provando un senso di rivalsa che ora riconosco come molto pericoloso.
Sai cos’è questo senso di rivalsa? È quello che provano le persone che hanno avuto difficoltà economiche da piccole: nel momento in cui hanno dei soldi, per “ripicca”, iniziano a spenderli in maniera sconsiderata, ed è lo stesso meccanismo di chi vince alla lotteria e l’anno dopo si ritrova senza niente.
Quando ho deciso di separarmi, non avevo da parte nemmeno i soldi dell’avvocato, e per anni ho fatto una grandissima fatica a pagare le bollette e le spese di casa: è sempre stato un grosso problema, un grosso peso che mi portavo dietro ogni giorno.
Il momento della svolta: quando ho detto basta
A un certo punto mi sono rotta le scatole e ho detto basta, decidendo che mi meritavo una vita più serena anche dal punto di vista economico.
Sai cosa ho capito? Ho capito che il punto non erano i soldi in sé, ma il significato che io davo ai soldi: la mia autostima era legata a doppio filo al saldo del mio conto corrente, quindi se il saldo era florido, la mia autostima era florida, se il mio saldo era basso, la mia autostima era bassa.
Ho dovuto fare un sacco di lavoro su me stessa per cambiare questa visione, e ti dico una cosa: è uno schema in cui, se non sto attenta, tendo ancora a ricadere, perché non è che il mindset con il denaro si cura una volta, e poi ci si sente ricchi per sempre. Magari succedono cose che ci ributtano nei nostri schemi consueti, però se abbiamo lavorato sul nostro rapporto col denaro, abbiamo nella nostra cassetta degli attrezzi degli strumenti che ci possono aiutare a uscire il prima possibile dalla fossa in cui siamo finite.
I soldi sono neutri: cambiamo prospettiva
La verità è che i soldi non sono né buoni né cattivi: i soldi sono neutri, e siamo noi a dare loro un significato, a pensare che siano cattivi quando ce ne sono pochi e buoni quando ce ne sono tanti.
I soldi in sé sono dei numeri, sono neutri, sono una cosa che ci siamo inventati per vivere meglio in società, ma possono diventare anche uno strumento potente per fare del bene agli altri, per sentirci più sicure e per vivere con più tranquillità.
Come iniziare a cambiare: l’esercizio che ti cambierà la vita
Per iniziare un primo percorso di consapevolezza, ti invito a fare un esercizio super potente.
Prendi un foglio e inizia a scrivere tutto quello che ti ricordi sul denaro: i discorsi che hai ascoltato da bambina, le esperienze che hai vissuto, le emozioni che hai provato in certi momenti riguardo al denaro: ti stupirà scoprire quanto questi ricordi influenzano ancora oggi il modo in cui gestisci i tuoi soldi.
Il primo passo verso la consapevolezza
Ti lascio con una domanda potente: qual è il primo ricordo che hai legato ai soldi, e che emozione provi se ci pensi adesso?
Prenditi dieci minuti per scrivere questa risposta su carta, così com’è, senza giudicarti: lascia uscire tutto, perché vedrai che anche solo il gesto di scrivere è già un modo per iniziare a cambiare, dato che inizia ad attivare la consapevolezza.
Verso un nuovo rapporto con il denaro
Cambiare il proprio mindset finanziario non è un percorso che si fa una volta per sempre, ma un lavoro quotidiano di consapevolezza, di ascolto di sé, di trasformazione delle proprie convinzioni limitanti. Ti assicuro che ne vale la pena, perché quando smetti di far dipendere la tua autostima dal saldo del conto corrente, quando capisci che i soldi sono solo uno strumento neutro, tutto cambia, e puoi finalmente utilizzare il denaro per quello che è: un mezzo per vivere la vita che desideri, per sentirti più sicura, per fare del bene; non più un mostro che fa paura, ma un alleato nella costruzione della tua vita autentica.
Perché parlare di denaro non deve più essere un tabù, soprattutto fra noi donne.
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