
Il mio modo di lavorare, pianificare e gestire le mie energie quest’anno è cambiato tantissimo: per la prima volta da quando faccio questo lavoro sono “avanti”. Quando andavo al liceo mi capitava spesso di riuscire a “mandarmi avanti”, e farlo mi permetteva di suddividere meglio il carico di lavoro. Nel lavoro sono riuscita a farlo qualche volta, ma in modo molto spot, mentre invece in questi ultimi 4 – 5 mesi sta funzionando molto più frequentemente.
Indice dell'articolo
Lavorare sotto pressione è meglio?
L’anno scorso ho patito tantissimo la rincorsa, l’essere sempre sul filo di una scadenza. No, non è vero che lavoriamo bene solo sotto pressione, è una palla che ci raccontiamo quando siamo male organizzati, e mi ci metto io dentro per prima, intendiamoci!
Sotto pressione si lavora nello stress, nell’ansia, e non può essere una condizione costante: ne va della nostra salute! Se sei sempre sotto scadenza non puoi ammalarti, non puoi prenderti un giorno o un weekend di scarico serenamente…
Com’è cambiato il mio lavoro nel 2019
Cos’è cambiato quest’anno? È cambiato che ho iniziato ad ascoltarmi davvero, e soprattutto ho preso una forbice e ho tagliato alla grande. Ascoltandomi davvero ho accettato il fatto che non riesco a programmare per 12 mesi: se a novembre 2019 programmo cose per novembre/dicembre 2020 perdo solo tempo, perché sparo cose a caso. Cambio io, e la vita è imprevedibile: l’anno scorso a novembre non sapevo che a fine anno avrei perso la mia gattina più giovane, che a metà gennaio sarebbe arrivato un cane e che una settimana dopo mio papà avrebbe avuto un ictus (si è risolto tutto per il meglio ma è stato una settimana in ospedale ).
Ovviamente non vado avanti alla giornata: programmo di 3 mesi in 3 mesi (anzi, di 13 settimane in 13 settimane )
La differenza fra pianificazione e procrasti-pianificazione
Oltre i 90 giorni non è pianificazione, è procrasti-pianificazione: anziché lavorare sulle cose che hai pianificato, ti perdi pianificandone altre perché, diciamocelo, pianificare è fighissimo e ci fa sentire delle business woman della madonna… mentre in realtà stiamo solo perdendo tempo e rimandando di lavorare alle cose che ci fanno davvero avanzare.
Ho sempre sentito una specie di fastidio fisico allo stomaco, quando mi mettevo lì a provare a pianificare 12 mesi, ma non lo ascoltavo perché “Figuriamoci se so cosa devo fare io che ho appena iniziato: se le guru dicono che si fa così… si fa così! E se io faccio fatica, allora sono io che sono sbagliata e mi devo correggere.”
Questo era il mio modo di ragionare fino all’anno scorso. Nel frattempo ho fatto un rebranding, ho continuato a leggere, studiare, ascoltare e lavorare sulla mia crescita personale, e ho capito che se non funziono come dicono le guru vado bene comunque, perché basta girare la testa di pochi gradi per vedere che:
- Altre persone pianificano a 90 giorni e il loro biz funziona altrettanto bene
- Quando ho iniziato a pianificare a 13 settimane l’ho fatto con entusiasmo, e non con il mal di pancia e la voglia di fare tutt’altro
- Quando ne ho parlato nel podcast ho ricevuto una marea di commenti di persone che come me si sentivano finalmente autorizzate a pianificare seguendo la propria pancia.
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Cosa ha funzionato per me
All’inizio ho fatto un esperimento, ragionando al contrario: se finora che ho un sacco di carne al fuoco mi sento in affanno e non mi va più, se provassi davvero a semplificare e ridurre, magari starei meglio. Ho iniziato a maggio con il primo round di pianificazione a 12 settimane, e ora che sono nel secondo round posso dire che sta funzionando.
In ogni round di 3 mesi ci sono pochi progetti: in questo round ad esempio avevo pensato a 3 progetti (il podcast, un corso produttività e la creazione della membership), ma ho presto deciso di eliminare il corso: nelle 12 settimane ci sarebbe stato, ma a che prezzo? Quello di fare, come al solito, le cose di corsa e con l’affanno: preparare, lanciare, promuovere tutto in tempi serrati, sottraendo inevitabilmente tempo ai 2 progetti a cui tenevo mooolto di più, come il podcast e la membership che è davvero un progetto che sognavo di avviare da tempo, ma per cui non trovavo la larghezza di banda necessaria.
L’importanza della larghezza di banda nel portare avanti il tuo lavoro
Cosa intendo per larghezza di banda? Tutti noi abbiamo a disposizione un tot di energie durante il giorno: più le disperdiamo, meno ce ne restano per i progetti importanti. Non ho energia infinita per fare tutto: sarà il fatto di essere introversa, altamente sensibile, o anche l’età, ma davvero non voglio più consumare ogni giorno tutta l’energia che ho a disposizione, e soprattutto farlo solo per il lavoro. Voglio che me ne resti per stare con la mia famiglia, per muovermi, per cucinare cose sane, per leggere, per creare: se non mi restano energie, la prima cosa che se ne va è la creatività… e io vivo di quello! Il mio lavoro è creare cose che prima non c’erano: podcast, newsletter, corsi e consulenze 1:1 per aiutare le mie clienti a trovare soluzioni che non vedevano, e li posso creare solo se ho energia nella testa.
Cosa faccio quando mi vengono nuove idee
La pianificazione che faccio è molto dettagliata, perché arrivo a decidere cosa fare settimana per settimana, ma la faccio solo una volta ogni 3 mesi. Se mi vengono nuove idee (e ne ho in continuazione), non mi ci tuffo a pesce come avrei fatto l’anno scorso: le scrivo con tutto il dettaglio e l’entusiasmo in un taccuino di Evernote chiamato “Idee per nuove cose”, e le riprendo in mano nella settimana in cui pianifico. Se ho banda, e l’idea mi entusiasma ancora quando la rileggo, valuto se aggiungerla in questo round o rimandarla a un round successivo, altrimenti la lascio lì: non tutte le idee vanno sviluppate, magari potrebbero diventare idee da “regalare” a qualche cliente che è un po’ arruginita sulle proprie idee!
Con questa pianificazione mi sento più leggera e più allineata: quando facevo l’architetto amavo la pulizia degli ambienti, le linee semplici il “Less is more”, e ora che l’ho riportato nel mio business mi sento meglio, più soddisfatta di me stessa.
Tu che cosa toglierai dalla tua pianificazione?
Se preferisci ascoltare clicca play!
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Highlight dell’episodio
- (0′ 30″) L’importanza di essere avanti e mandarsi avanti
- (2′ 40″) Lavorare sotto pressione fa bene o no?
- (4′ 00″) Pianificazione annuale? No grazie
- (4′ 52″) La procrasti-pianificazione
- (7′ 25″) Un esperimento quasi scientifico su semplificare e ridurre
- (8’42”) I concetto di larghezza di banda energetica
- (10′ 20″) La metafora del ponte
- (13′ 50″) Come uso Evernote per le nuove idee e come scelgo se portare avanti un’idea o no
- (15′ 09″) Il concetto architettonico del “Less is more” portato nel mio pianificare
- (16′ 25″) Una domanda per te
Link alle cose e alle persone che ho menzionato
- Episodio 3: Come pianifico i miei trimestri di lavoro
- Il podcast di James Wedmore
- Il padiglione di Barcellona di Mies Van Der Rohe
- Evernote
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