2016, una piovosa domenica di fine maggio, interno giorno. “Lo faccio o non lo faccio? Lo faccio!” click! Il mio nuovo profilo Instagram @socialmediabiondina è attivo: sarà il profilo in cui comunicare la mia professione, il mio modo di vedere la comunicazione, il marketing, Instagram e tutto quello che faccio per lavoro. E il mio profilo personale @silvialanfry? Ma ovviamente quello resterà attivo! L’ho aperto nel 2012, c’è una parte della mia storia (anche delle foto orrende, ma vabbè) e continuerò a usarlo per raccontare cose più personali, i miei viaggi, la mia vita privata, tutto quello che è lifestyle e non lavoro.
2018, un caldo pomeriggio di luglio. Ho davvero due profili Instagram? Si e no. Si perché @silvialanfry è ancora attivo, no perché l’ultima foto che ho postato con quel profilo è del 14 maggio 2017. Non lo uso più da un anno perché ho capito che io non sono due persone diverse, una che lavora e una che non lavora, ma una sola persona che indossa capelli differenti a seconda dei momenti.
Mantenere due account facendoli crescere entrambi è difficile, perché è difficile porre delle barriere così nette fra un profilo e l’altro, tra una te e l’altra: a un certo punto impazzisci perché per ogni foto che hai fra le mani inizi a chiederti se pubblicarla di qua o di là, dato che a seconda del racconto che ci abbini può andare bene per entrambi i profili.
Non siamo esseri monodimensionali e chi ci segue lo fa anche per capire se con noi ha altre cose in comune di cui parlare. I nostri follower non sono soltanto delle spugne che devono assorbire i concetti “alti” che gli somministriamo: siamo seguiti da persone che hanno sì voglia di imparare, ma molto più spesso hanno voglia di rilassarsi, di chiacchierare, di farsi una risata o di condividere uno sfogo personale. E se si trovano davanti un profilo pluridimensionale, in cui si parla di lavoro, ma anche di vita vera e vissuta, lo faranno più volentieri.
In fondo basta pensare a Instagram come a un grande gruppo di amici: con i tuoi amici parli soltanto di lavoro o di figli? No, probabilmente parli di lavoro, di figli, di vacanze, di scazzi e fai battute cretine.
Se ti sta quindi venendo voglia di aprire un altro profilo perché stai cambiando lavoro, o vuoi iniziare a parlare di lavoro, fermati subito! Pensa a come puoi virare piano piano l’argomento del tuo profilo modificando la biografia e inserendo una/due foto alla settimana in cui spieghi questa “nuova” parte che hai voglia di condividere con chi ti segue. Cerca ovviamente di mantenere l’editing di queste nuove foto in sintonia con le altre, in modo che se i tuoi follower se le ritrovano sul feed non pensino che il tuo profilo sia stato hackerato, ma non aver timore di modificare lentamente la rotta. Il capitano sei tu!
Instagram è una piattaforma di storytelling, non un’app di fotografia, quindi continua a raccontare la tua storia e vedrai che i tuoi follower ti ameranno sempre di più.
Giorgia Parodi dice
È molto interessante quest’analisi. Sto per lanciarmi e mi chiedo se creare un nuovo account per bloccare il nome o continuare con il mio come tu suggerisci anche per non perdere i follower conquistati nel tempo. Vorrei tenere separati vita e lavoro, ma ig é un dietro le quinte. Sono indecisa ma di certo mi hai fatto pensare! Grazie
Silvia Lanfranchi dice
@Giorgia l’idea di bloccare il nome non è cattiva: puoi sempre creare un account “fantasma” come ho fatto io con socialmediabiondina. Lo tieni privato, non accetti follower e nella bio scrivi qual è l’account che tieni aggiornato. 😉