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Ti è mai capitato di aprire il tuo quaderno, penna in mano, con tutta la buona volontà di fare journaling… e poi rimanere lì, paralizzata davanti al foglio bianco?
Con quella sensazione di “non so cosa scrivere”, “non so da dove iniziare”, “non ho tempo per scrivere tre pagine”? Ecco, se ti riconosci in queste frasi, questo post è nato proprio per te.
Qualche mese fa stavo guardando le storie di una mia amica e collega che aveva condiviso una domanda ricevuta da una sua follower che cercava modi creativi per fare journaling, modi che svuotano davvero la mente, un po’ diversi dal solito. E lì per lì ho pensato: è vero, ne parliamo sempre come se esistesse solamente il brain dump, lo svuotare la testa a ruota libera. Ma in realtà ci sono tantissimi modi diversi di fare journaling, e non tutti vanno bene per tutti o per tutti i momenti della vita.
Quindi oggi voglio condividere con te cinque tecniche creative per fare journaling che puoi usare se sei una di quelle persone che viene atterrita dalla pagina bianca, che non sa cosa scrivere, che ha poco tempo, o semplicemente ha voglia di cambiare, di essere più creativa, di svuotare la testa in un modo che sia leggero e divertente.
Le liste che fanno brillare l’anima
La prima tecnica che mi è venuta in mente è una delle mie preferite in assoluto: le liste. Lo so, sembra strano considerare le liste come journaling. Siamo abituate a pensare alle liste solo come elenchi di cose da fare, vero? Ma fidati di me su questo.
Se vai su Amazon, troverai un intero filone di libri chiamato “52 List Project“* (il progetto delle 52 liste). Sono libri dedicati proprio a questa tecnica: nell’idea originale dell’autrice una lista a settimana. Ce ne sono di tutti i tipi: 52 liste per il coraggio, 52 liste per sentirsi più vicini, 52 liste per la felicità, per la calma.
Le liste sono perfette per quando non hai tempo, perfette per quando non sai da dove iniziare ma un prompt di journaling ti sembra troppo. Sono anche utili per quando hai bisogno di fare ordine nei pensieri senza troppi giri di parole. E poi, se non ami troppo scrivere, le liste possono essere molto concise: ogni punto può essere anche solo due o tre parole chiave. Ti aiutano comunque a mettere su carta quello che pensi in questo momento.
Nel mio corso Diventa Lei c’è un intero journal dedicato proprio a questo, in cui ti chiedo di fare liste di cose che ti fanno brillare l’anima. Ti faccio qualche esempio per essere più chiara:
- fai una lista dei tuoi viaggi dei sogni.
- Elenca le cose che ti fanno sentire potente.
- Fai una lista delle cose che ami di te in questo momento.
Quello che mi piace delle liste è che sono immediate: non devi costruire frasi perfette, non devi approfondire o spiegare il perché (anche se ovviamente puoi farlo, se vuoi). Tiri fuori quello che c’è anche solo in superficie, e basta. E probabilmente ti sorprenderai di quello che verrà fuori.
Il journaling a colori per esprimere le emozioni
La seconda tecnica è il journaling a colori, ed è particolarmente utile quando hai bisogno di tirare fuori delle emozioni che non riesci o non vuoi esprimere a parole.
Come funziona? È abbastanza divertente e creativo. Prendi dei pennarelli colorati, delle matite colorate, degli evidenziatori, vedi tu, e assegni un colore a ogni emozione. Ad esempio, la rabbia sarà rossa, la tristezza potrebbe essere blu, la gioia gialla, verde la serenità.
Poi inizia a scrivere quello che senti in questo momento usando direttamente il colore che rappresenta quell’emozione. Puoi farlo in due modi:
- o scrivi “sono arrabbiata” usando il pennarello rosso, e poi continui a scrivere usando quel colore.
- Oppure, se non hai voglia di scrivere parole, puoi semplicemente fare delle linee rosse sul foglio, degli scarabocchi, quello che vuoi. L’importante è che il colore diventi il tuo modo di esprimere su carta quello che stai provando.
Potresti anche colorare intere pagine di colore senza scrivere nemmeno una parola. Sarà super liberatorio, vedrai!
Ti invito anche a metterti un timer da due o tre minuti per fare dei check periodici. Sei arrabbiata? Per due o tre minuti scrivi o colori con il rosso. Quando suona il timer, ti fermi un attimo, fai tre bei respiri e ti chiedi: sono ancora arrabbiata? Se sì, prosegui con il rosso. Se è cambiato qualcosa, cerca di capire come si chiama, o che colore ha, l’emozione che stai provando adesso, e procedi con un altro colore. Vai avanti così per una decina di minuti, interrompendoti ogni due o tre minuti per chiederti cosa stai provando.
Le lettere che non spedirai mai
Il terzo tipo di journaling è uno che se hai partecipato alla call di settembre del Bootcamp dell’Abbondanza ti risuonerà tantissimo, perché ne abbiamo parlato un sacco: sono le lettere. Ovviamente lettere che non spedirai mai, che servono a te.
Questa tecnica è molto utile quando hai dei sospesi con qualcuno o quando hai bisogno di dire cose a qualcuno, cose che non puoi o non vuoi dire dal vivo. Magari temi che andresti a litigare e non vuoi o non puoi farlo, quindi tiri fuori le cose che vorresti dirgli, così da non tenertele dentro dove possono solo fare danni.
Puoi scrivere lettere alla persona con cui vorresti parlare, con cui ti vorresti sfogare, a cui vorresti raccontare quello che ti sta succedendo. Ma puoi scrivere anche a te stessa: puoi scrivere alla te del passato, puoi impersonare la te del passato che scrive alla te di oggi, puoi scrivere oggi alla tua futura te, o potrebbe essere la tua futura te che scrive alla te di oggi. Puoi scrivere lettere ai tuoi soldi. Puoi scrivere una lettera alla tua ansia.
Ti faccio un esempio personale: qualche mese fa ero particolarmente frustrata con una cliente difficile. Invece di stare lì a rimuginarci per giorni, mi sono seduta e le ho scritto una lunga lettera, in cui le dicevo tutto quello che pensavo. Ovviamente non l’ho spedita, perché serviva a me per tirare fuori tutto quello che sentivo in quel momento, e l’atto di scriverla mi ha alleggerito tantissimo, mi ha liberato la testa e mi ha reso più lucida per poi andare effettivamente a parlare con la cliente.
Un altro esempio può essere quando hai dei dubbi su una decisione importante: scrivi una lettera alla Te del futuro chiedendole dei consigli, dando per scontato che lei sappia già come sono andate le cose, e quindi può darti un consiglio saggio da una che c’è già passata.
La mappa mentale dei pensieri
Il quarto suggerimento è un tipo di journaling molto grafico: la mappa mentale dei pensieri. Questo metodo è perfetto quando hai la testa che va in mille direzioni diverse.
Invece di scrivere in modo lineare, riga dopo riga da sinistra a destra, prendi un foglio (magari un A4 o anche più grande), scrivi al centro la cosa che ti preoccupa o la cosa a cui stai pensando ossessivamente. Poi, facendo una specie di grafico a sole, fai delle linee che partono da quella cosa centrale, scrivendo tutto quello che ti viene in mente. Nulla ti vieta poi di fare ulteriori ramificazioni: vedilo davvero come una mappa mentale.
Ad esempio, hai un progetto di lavoro che ti stressa. Scrivi “Progetto X” al centro del foglio e poi fai partire delle linee con tutte le cose che ti stressano, come ad esempio: tempi stretti, budget limitato, cliente esigente, ho paura di sbagliare, ho paura di essere presa in giro. E da ognuna di queste fai partire poi altre linee con pensieri ancora più specifici.
È un modo molto visivo di mettere su carta tutto il caos che hai in testa, e spesso ti può aiutare a vedere delle connessioni che prima non erano così evidenti.
Il journaling con le foto
Siamo arrivate all’ultima tecnica, quella super creativa che ho scoperto da poco durante le mie ultime vacanze estive: il journaling con le foto.
Può essere un modo per raccontare il tuo viaggio, ma non per forza solo quello. Come funziona? Prendi una foto dal tuo telefono o un’immagine che ti colpisce, magari trovata su una rivista o su un volantino, la stampi o la ritagli e la incolli sul tuo journal. E intorno ci scrivi quello che quell’immagine o quella foto ti fa sentire, i ricordi che ti riporta alla mente, i pensieri che ti fa venire, le emozioni che provi guardando quell’immagine.
Attenzione: non cadere nel perfezionismo. Non dev’essere una foto da premio fotografico, non dev’essere la foto più significativa della tua vacanza, di tuo figlio, del tuo compagno. Una foto che per te è significativa, ma non nel senso di “perfetta”. Perché spesso le foto più casuali tirano fuori le riflessioni più interessanti.
Ti faccio degli esempi: una foto della tua colazione, del tuo caffè del mattino, può aiutarti a scrivere di routine e di piccoli piaceri. Una foto di un cielo grigio un po’ nuvoloso può farti riflettere su come ti senti quando è un giorno no.
Trovare il tuo modo di fare journaling
La cosa che mi piace di più di questi modi più creativi di fare journaling è che tolgono la pressione del foglio bianco, del “non so cosa scrivere”, del “devo scrivere bene”, del “devo essere profonda”, del “devo scrivere bene dal punto di vista grammaticale”.
Con queste tecniche non c’è niente da fare bene o male: c’è solo da sperimentare e vedere cosa funziona per te in questo momento, e poi darti il permesso di provare e trovare un nuovo modo per fare journaling.
Non esiste un modo di fare journaling che vada bene per tutti, e non esiste un modo per fare journaling che vada bene per tutti i momenti della giornata, della vita, delle stagioni. Io stessa alcuni giorni riempio tre pagine, alcuni giorni scrivo due righe, altri giorni lavoro con le foto, altri magari provo a colorare.
L’importante è che ti ascolti e che scegli lo strumento giusto per il momento giusto. E ricordati che solamente prenderti cinque minuti per stare con te stessa, qualunque sia la tecnica di journaling che scegli, è già un atto di amore verso te stessa ed è una forma di self-care.
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