“Come vi comportate con gli iscritti alla mailing list che non aprono mai le vostre newsletter? A un certo punto li cancellate, o li tenete lì e continuate a inviargli ugualmente le vostre e-mail?”
Questa domanda è arrivata qualche tempo fa nel gruppo Facebook della Mettiti Comoda Academy e, dato che penso che il tema relativo all’email marketing sia sempre molto caldo, ho deciso di rispondere in questo post.

Indice dell'articolo
Come analizzare la percentuale di apertura della tua newsletter
Credo tantissimo nell’importanza dell’e-mail marketing, ma mi rendo conto che può essere frustrante dedicare tempo e impegno per scrivere una newsletter e ritrovarsi poi con delle percentuali di apertura bassissime.
Cosa si intende con percentuali di apertura della newsletter bassissime?
Ognuno di noi vorrebbe un tasso di apertura dell’80/90% – che ti assicuro, è una percentuale pressoché irreale – ma ti posso dire con certezza che un tasso di apertura che si aggira intorno al 30% è davvero un ottimo risultato.
So cosa stai pensando: “Ma Silva il 30% fa schifo!”, ed effettivamente non sembrerebbe un risultato entusiasmante, ma ti do qualche dato per relativizzare:
- La copertura di un post sulla tua pagina Facebook è meno del 2% dei tuoi fan,
- Su Instagram questa stessa percentuale si aggira intorno al 9%.
È più chiaro adesso come un 30% di apertura di una mail sia un dato notevole e molto interessante?
Dai alle persone il tempo di aprire e leggere le tue newsletter
Un altro fattore di cui tenere conto quando guardi la percentuale di apertura delle tue newsletter, è il tempo: quando invii la tua newsletter non stare lì, già dopo 2 ore, a controllare in quanti l’hanno letta: dai tempo alla mail di essere aperta!
Dai ai tuoi iscritti almeno 48 ore di tempo per aprire la newsletter: è possibile che non tutti controllino le email, o quel tipo particolare di email, tutti i giorni, quindi abbi pazienza e aspetta!
La percentuale di apertura non è tutto
La percentuale di apertura è sì un dato importante, e forse il primo che salta all’occhio, ma è necessario non fermarti a quello: più importante del tasso di apertura è il numero di persone che cliccano sui link all’interno della tua newsletter, ovvero i link che portano al tuo sito o a un altro tuo contenuto.
La percentuale di apertura, infatti, è influenzata da diversi fattori:
- Se chi ti legge apre la tua newsletter da Gmail, ma non attiva la visualizzazione delle immagini, Gmail potrebbe non trasmettere correttamente al tuo provider il dato che questa persona ha aperto la tua newsletter;
- Se gli iscritti alla tua newsletter usano device con il sistema operativo iOs, l’apertura delle mail potrebbe non essere conteggiata per delle impostazioni di privacy tipiche dei sistemi Apple.
Il click sul link, invece, viene sempre registrato dal tuo provider, anche se chi legge la tua newsletter lo fa da Gmail senza scaricare le immagini, e anche se usa un iPhone.
Se nelle tue statistiche vedi che la percentuale di click è maggiore della percentuale di apertura, non pensare che il provider stia dando i numeri, ma ricorda che, semplicemente le aperture, a differenza dei click, non sempre vengono conteggiate correttamente. Insomma, se hai un’apertura bassa, ma una percentuale di click sui link soddisfacente, puoi festeggiare.

Tieni d’occhio i link nelle tue newsletter
Se metti dei link all’interno delle tue e-mail, controlla sempre il comportamento dei tuoi iscritti:
- Quale tipo di link cliccano di più? Sono link che portano al tuo sito, o ai tuoi contenuti Instagram?
- E su quali parole linkate – le parole che evidenzi e rendi cliccabili – i tuoi iscritti cliccano più volentieri per seguire un link esterno?
Mantieni una lista di iscritti sana e pulita
Avere una lista pulita e “sana” è una pratica fondamentale, anche per migliorare il tuo tasso di apertura. Prima però di iniziare a cancellare le persone che non aprono da tanto tempo la tua newsletter, controlla per prima cosa gli iscritti che di solito vengono definiti dai provider “Hard bounce”. Gli “Hard bounce” sono gli indirizzi e-mail scritti non correttamente, per cui il provider prova a inviare un’email, e questa “torna indietro” immediatamente, senza poter essere consegnata: questo ovviamente va a influenzare negativamente il tasso di apertura delle tue newsletter!
Fai una ricerca fra i tuoi iscritti cercando quelli che sono contrassegnati come “hard bounce, e valuta se cancellarli o correggere manualmente l’indirizzo scritto male.
Come gestire gli iscritti che non aprono mai le newsletter
Se il tuo provider ti fa pagare in base al numero di iscritti, è corretto e consigliabile “fare pulizia” della lista ogni 3-6 mesi.
Come si fa questa pulizia? Ti sconsiglio di cancellare brutalmente chi non apre le tue e-mail da tempo, perché rischi di disiscrivere persone che leggono sempre le tue email ma che, semplicemente, non sono mai state conteggiate per problemi tecnologici.
Qual è il mio consiglio? È quello di creare un flusso di re-engagement, manuale o automatico, a seconda di quello che ti permette di fare il tuo provider.
Vediamo come funziona:
- Individua gli iscritti che non aprono le tue e-mail da 3-6 mesi, e inseriscili in un segmento specifico di iscritti;
- Manda agli iscritti inseriti in questo segmento una mail con una domanda di questo tipo: “Sei ancora interessata a ricevere la mia newsletter? Se sì, clicca su questo link entro una settimana, in caso contrario non fare nulla! Penserò io a cancellare il tuo indirizzo dalla mia mailing list”;
- Dopo una settimana dall’invio di questa mail di re-engagement, cancella le persone che non hanno cliccato sul link, perché sono sicuramente iscritti dormienti.
Ogni quanto fare la pulizia degli iscritti alla mailing list
È meglio fare pulizia fra gli iscritti ogni 3 mesi o ogni 6 mesi? Dipende dalla frequenza con cui invii la tua newsletter.
Se l’invio è settimanale, allora puoi fare pulizia ogni 3 mesi; se invece spedisci la tua newsletter meno frequentemente, ad esempio una volta al mese, allora è meglio andare a cercare le persone che non aprono le tue mail da più di 6 mesi.
Come aumentare la percentuale di apertura delle tue newsletter
Come si fa ad aumentare la percentuale di apertura delle newsletter?
Ecco i miei consigli:
- Annuncia la tua newsletter sui social il giorno prima dell’invio e, mentre la stai scrivendo, fai un piccolo spoiler dell’argomento che tratterai nelle stories di Instagram. Così facendo, crei curiosità, e fai in modo che chi è già iscritto aspetti la tua e-mail e, contemporaneamente, dai l’occasione di iscriversi a chi invece ancora non l’ha fatto.
- Non trascurare l’oggetto della tua email, il suo titolo. L’oggetto è la prima riga visualizzata, quella che convince o meno all’apertura: è importante quindi utilizzare una frase accattivante, interessante e mai noiosa. Fai però attenzione a non usare frasi considerate da Gmail come spam. Ti faccio due esempi:
- Se l’oggetto della tua newsletter è “Newsletter numero 77”, non è un oggetto né accattivante, né interessante perché a nessuno interessa che la tua newsletter sia la numero 77, e nessuno sarà invogliato ad aprire la mail;
- Se l’oggetto è “Apri questa mail e ti faccio diventare ricca”, Gmail farà filare la tua mail dritta nello spam. Sul web puoi trovare delle liste di parole “vietate” da Gmail negli oggetti delle email, ma in generale troppi punti esclamativi, o promesse esagerate, fanno sì che Gmail segnali come spam la tua newsletter. Ti consiglio di controllare la tua cartella spam e guardare gli oggetti delle mail che sono finite lì: capirai immediatamente che cosa fa insospettire Gmail!
- Stai attenta al mittente: il tuo nome deve essere chiaro e deve identificarti subito. Se io, per esempio, nel mittente scrivo semplicemente “Silvia”, c’è il rischio che il solo nome ti dica poco: probabilmente conosci tante altre Silvia, e potresti non capire subito chi ti sta scrivendo. Se invece, scrivo Silvia Lanfranchi oppure Silvia The Quiet Coach o Silvia Mettiti Comoda Academy, quando ricevi la mail capisci immediatamente che sono proprio quella Silvia lì, e ho più speranza che tu apra la mia newsletter, perché se ti sei iscritta alla mia mailing list deduco che tu sia interessata a quello che dico e abbia piacere a leggermi.
- Non mandare mai newsletter da un indirizzo Gmail, ma usa sempre il tuo indirizzo di dominio. Aprire una Gmail è gratuito, per cui chi fa spam usa spesso un indirizzo Gmail. Collegare il tuo indirizzo di dominio al tuo e-mail service provider, in modo da usarlo come mittente delle tue newsletter, è indice di serietà per chi ti legge e anche per Gmail.
Controllare o non controllare le statistiche? E quanto controllarle?
Controllare le percentuali di apertura della tua newsletter è sicuramente una pratica professionalmente importante, ma non farne una malattia: controllarle una volta al mese, o una volta ogni trimestre, è più che sufficiente.
Se ti accorgi che una newsletter ha una percentuale di apertura leggermente più bassa, non è assolutamente un problema; se invece la percentuale di apertura di una newsletter è sensibilmente più bassa, cerca di capirne il motivo con serenità: potrebbe è stato il diverso giorno o orario di invio? Oppure l’oggetto, cioè il titolo, della mail?
Gestire le disiscrizioni
Il mio ultimo consiglio è rivolto alla tua serenità.
Ogni volta che mandi una newsletter, non correre a vedere le persone che si sono disiscritte: capita che gli iscritti vadano e vengano, non c’è nulla di personale, e sicuramente preferisci avere persone affezionate, e che leggono tutto quello che invii, anziché persone silenti, che non leggono e non acquistano mai nulla.
Se vuoi saperne ancora di più sulle newsletter, sappi che nella Mettiti Comoda Academy trovi “Amica newsletter”, un corso tutto dedicato all’email marketing. Il corso è composto da una parte teorica generale sull’importanza e l’utilità dell’email marketing, e da due mini corsi approfonditi, uno su MailerLite e l’altro su Flodesk… Insomma, con “Amica newsletter” diventerai una Ninja dell’email marketing!

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