
Hai mai pensato a cosa faresti se non avessi paura? È una domanda che negli ultimi mesi mi sono fatta molto spesso.
Tutto è iniziato leggendo un libro scovato “per caso” su Amazon, e ho continuato a farlo anche durante un retreat al quale ho partecipato qualche mese fa insieme ad altre donne. Ho cercato a lungo di resistere alle risposte che emergevano dal mio profondo, finché finalmente c’è stata un’eruzione di parole ed emozioni quando sono riuscita ad ammettere con me stessa quello che avrei fatto nel mio business se non avessi avuto paura.
Il retreat era incentrato sull’archetipo della dea Persefone, un archetipo che abbiamo dentro di noi ogni volta che stiamo per affrontare una trasformazione. Semplificando tantissimo l’argomento trattato, Persefone è la dea che ci insegna a “scendere all’inferno“, cioè a scavare anche nelle nostre parti buie, nel nostro dolore, quando ci rendiamo conto che come siamo non ci piacciamo più, che percepiamo un disagio dentro di noi. È l’archetipo della fanciulla che si trasforma in donna, ma il suo potere di trasformazione non è limitato soltanto quell’età della vita: il nostro “lato Persefone” ci accompagna in qualunque trasformazione, personale o professionale.
Grazie al lavoro fatto in questi mesi sulla mia parte Persefone, ho capito che badare troppo al giudizio degli altri dà loro tantissimo potere sulla mia libertà, ed è come “cercare la felicità nella testa di un altro invece che in me stessa“: non ha senso, non funziona! Nella mia vita personale ho già preso in passato decisioni contro tutto e contro tutti, e il mio rebranding è il risultato dell’aver portato a compimento la trasformazione e l’allineamento anche nella mia vita lavorativa.
Lasciare andare la “Socialmediabiondina” e diventare “The quiet coach” è stato un processo molto lungo e abbastanza doloroso (sì, ho pianto, e non solo una volta). La Socialmediabiondina, in fondo, stava “funzionando” ancora bene: in 3 anni di contenuti, servizi e presenza online aveva raggiunto una sua credibilità, i clienti c’erano… perché cambiare direzione? Semplice: perché non mi ci riconoscevo più!

Occuparmi solo di Social non mi appassionava più come un tempo, e il fatto che cambino in continuazione non mi permetteva di programmare contenuti e prodotti “evergreen” e di avere quindi un business più passivo, più tranquillo, più quiet come lo desideravo.
Tra dire “voglio cambiare” e il “posso farlo” ci sono stati la paura del giudizio, dell’opinione degli altri, del dito puntato: dei veri e proprio scontri interni che hanno reso gli ultimi mesi del 2018 e i primi del 2019 piuttosto tormentati.
Ho fatto vincere la voglia di cambiamento e la maturità di ammettere che sono cambiata, che certe cose non mi piacciono più e quindi faccio una gran fatica a parlarne tutto il tempo.
Ho assecondando un mio profondo desiderio di tranquillità e mi sono concessa un business davvero a misura della donna che sono adesso. La cosa inattesa ma piacevolissima? Il fatto che ora riesco a produrre più contenuti, mi sento più libera di scrivere di argomenti che ho sempre sentito miei, ma che prima non c’entravano nulla con l’argomento del mio business. Mi sono resa la vita più facile, e io amo le comodità e le cose non superficiali ma semplici.
Un esercizio per te
Tu te lo sei mai chiesto cosa faresti se non avessi paura? Ti puoi fare la domanda così com’è, oppure partire dalla tua idea di giornata e di vita ideale, e chiederti cosa ti manca per arrivarci. Cosa ti frena dal trasformare la tua vita attuale nella tua vita ideale: la paura di fallire? Il giudizio degli altri? E ti sei mai chiesta quali sono i tuoi confini, i tuoi “paletti” invalicabili, quelle cose che quando le fai o le subisci ti fanno venire un malessere allo stomaco o ti lasciano, come nel mio caso, senza più energie?
Magari non hai voglia di rispondere adesso, ma se lo farai sarà un modo per avvicinare il tuo lavoro ai tuoi valori più autentici, un modo per sentirti completamente allineata in quello che fai.
“La paura alla fine ti fa andare dove vanno tutti. È più semplice emulare gli altri che cercare sé stessi“
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